Intanto complimenti per la rievocazione della genesi della fascinosa pirateria dell'etere. In merito ne so parecchio. Forse qualcosa in più. Per una strana eventualità (forse perchè sorta di preistoria) nel Suo elenco delle radio libere di Roma non appare 'Roma 103 '. Poco male,d'accordo,ma gli osservatori attenti (e in molti mi hanno già contattato)se ne dolgono parecchio. E anche chi Le scrive, ma solo per un fondo di legittima nostalgia. (N.D.R.: La nota è stata portata in evidenza)
Riassumo. A dicembre del 1974 il sottoscritto (usa scrivere così nei verbali della burocrazia) si recò al tribunale civile di Roma e riuscì a registrare con tutti i crismi ufficiali una testata giornalistica :" Roma 103 quotidiano radiofonico di informazione,attualità e musica via etere , è autorizzato a trasmettere in modulazione di frequenza su mhz 102,850 .Direttore responsabile Enzo Buscemi - tessera Ordine nazionale dei giornalisti,elenco professionisti n°005966 ".
Questa la frase fatidica,che scrissi tra le altre di corollario ,sul classico foglio di carta bollata fidando che un magistrato forse distratto,più che progressista ad oltranza ,potesse approvare. E così accadde .L'autorizzazione fu concessa e firmata in triplice copia.Un cancelliere molto sollecitamente protocollò il prezioso documento nell'elenco dei giornali editi nella capitale e me ne rilasciò la copia da incorniciare.
Quel giorno nacque la prima radio libera "ufficialmente autorizzata" in barba a qualsiasi divieto esistente.E fece giurisprudenza.
Ora la radio doveva nascere materialmente.Ma non era semplice.Gli apparecchi della cosiddetta alta frequenza ,allora, non si trovavano certo dal salumiere. Passò qualche mese e con l'emittente dei fratelli Borra ,Milano international,nacque il mercato di componenti. Il trasmettitore un Elpro da 12 watts RMS Rino Borra me lo vendette a 350.000 lire ,uno sproposito,ma la foga e la mancanza di concorrenza me lo fecero accettare. Insieme acquistai un'antenna circolare .Gli altri accessori arrivarono molto più in là. Trovai anche un appartamento di tre camerette ,al piano terra, in piazza Ennio 1,alla Balduina.In seguito ,sulla mia testa ,un piano più sopra, parecchio tempo dopo arrivò Radio Elle. La sua enorme spocchia sarebbe finita male ma non per colpa dell'etere,peccato, ne ricordiamo ancora i resoconti in cronaca giudiziaria.
Installammo l'antenna , vincendo la ritrosìa del padrone di casa con un supplemento di pigione. Costruimmo una consolle,superstratificata con una serie di capacissimi ripiani studiati per contenere il massimo e offrirlo alla manualità di un unico operatore. Il mixer era uno splendido Galactron MK16 ,quadrifonico con preascolto,con doppie bande di equalizzazione e una serie di ingressi monitor che permettevano molti collegamenti oltre ai cinque originariamente miscelabili . Due piatti, un Thorens e un Dual 1219,mi pare, due piastre a cassetta Teac ,lo Stupendo Revox MK III con telecomando, e poi due Uher 3400 da usare anche per registrazioni esterne ,cuffie e microfoni Sennheiser ,qualche centinaio dei miei Lp e altrettanti 45 giri,una radio Brion Vega come monitor di ritorno,un telefono 34 61 23 che sarebbe diventato incandescente, ma che non accettò mai le orribili "dediche" simbolo devastante delle prime (e non solo) radio libere. Le prove furono seguite da nuovi amici. Un tecnico bravissimo di un negozio famoso di Hi Fi ,Radioprodotti di via Nazionale ,un ingegnere della Bosch del quale purtroppo non ricordo più il nome e uno dei progettisti della Galactron prima maniera,e grande gentiluomo.Gian Maria Lo Jodice. A Roma erano appena nate Radio Roma e Antenna Musica. Noi cominciammo a trasmettere regolarmente ma solo la sera (io ero capo redattore in un settimanale) nei primi giorni di maggio 1975.
I 12 watts 12 dell'Elpro grazie alla quasi verginità dell'etere spaziavano fino in Sardegna da dove ci chiamavano in tanti ,compresi i controllori dei radiofari dell'aeronautica. Io fui quasi subito eletto membro della associazione delle radio libere ,presieduta dall'avv.Eugenio Porta famoso per le sue arringhe di in difesa dei pirati trascinati in tribunale. Esperienza terribile che toccò anche a me. La Rai mi citò in giudizio , chiese 400 milioni di danni e il sequestro di Roma 103. Molti dei quotidiani nazionali e altrettanti periodici da Oggi a Panorama, all'Espresso si occuparono della vicenda perchè avevo fatto sapere della famosa autorizzazione a trasmettere rilasciata dal tribunale di Roma. L'immagine del documento fece il giro dei rotocalchi .La ripresero anche gli specializzati che avevano aperto alle radio.Tra gli altri,la pubblicarono Suono e Stereoplay .Finii ugualmente in tribunale ,a piazzale Clodio ,dove uno degli storici pretori d'assalto dell 'epoca,il dott.Napolitano sancì il "non luogo a procedere". Fu meraviglioso.L'avv. Porta aveva vinto ancora. E crescemmo trasmettendo 24 ore su 24 replicando qualche programma del giorno precedente.Aumentammo la potenza ma fummo vincolati dal solito padrone di casa che ci impedì di montare un'antenna adeguata, cosa che invece concesse a radio Elle. Brutta storia e acqua passata. Roma 103 era diventata una sorta di salotto.La sera venivano a trovarci i cantanti famosi che capitavano a Roma (anche Gloria Gaynor, Diana Ross e tanti altri) e nascevano spendide ed estemporanee dirette. Dedicavo molto spazio al dialogo con personaggi interessanti.Un paio d'ore alla settimana c'erano affascinanti lezioni di musica classica.Le teneva , con classe, un docente del Santa Cecilia e si era guadagnato un ascolto invidiabile spiegando come i grandi compositori avessero creato musica legandola ai vari momenti storici.
La notte, due grandi esperti,Mario Luzi e Isio Saba, offrivano i rispettivi,pregiati programmi di jazz . Per la prima volta un ufologo parlò alla radio di paranormale.Un importatore di dischi ci offriva in anteprima la musica d 'oltreoceano. C'erano anche molti paletti opposti a certi gruppi e cantanti,specie italiani, che non si conciliavano molto con la nostra programmazione mirata a mantenere un certo livello. Ma ormai è storia di ieri. Nel frattempo ero passato a occuparmi di televisione e avevo ripreso a fare l'inviato in giro per il mondo. Nel '77 non riuscivo a più a seguire l'andamento della radio nè a filtrarne i contenuti. Condì l'opera un brutto incidente motociclistico. Terapia intensiva,stampelle e il resto. Un pubblicitario mi propose di acquistare testata frequenza e materiali. Dalla clinica di rieducazione gli dissi di si.
Fui praticamente rapinato e non ebbi mai una sola lira.Ma avevo altro a cui pensare. Dopo qualche tempo ascoltai per caso quello che era diventata Roma 103.Ne rimasi sconvolto. L'indomani andai in tribunale e cancellai la testata.Questo in estrema e mi auguro non fastidiosa sintesi. Poi parecchi anni dopo,per una strano quanto gradevole destino,fui assunto alla Rai .Per quattro anni la conduzione del GR del mattino e poi inviato ai servizi speciali.Quindi il salto in televisione,fino ad essere caporedattore del TG2 e concludere come vice capo di una sede regionale.Anche oggi continuo a fare il "mestiere " di giornalista, un grande amore che ha dato un senso alla mia vita. Qualche giorno fa un collega della Rai anche lui ex di Roma 103 mi ha segnalato la Sua iniziativa. A ruota sono arrivate altre telefonate da vecchi amici e da ex "ragazzi " della mia bella radio,oggi professionisti affermati , e altri ancora che mi chiedono "Perchè hanno dimenticato Roma 103 "?
Nulla di grave,quel periodo era piuttosto confuso e poco di vero veniva spesso annullato da leggende metropolitane.
Ora, grazie alla sua iniziativa gentile Signor Amici, sono riaffiorati alcuni dei ricordi di quel paio d'anni che, ancora oggi ,mi appaiono come dilatati per per le incredibili eventualità che hanno creato. Momenti ricchi di contatti umani belli ,e anche brutti,certo,ma ugualmente docenti di vita .E per questo,da giornalista vissuto,mai vecchio, orgogliosamente, ne gioisco.
Grazie dell'ospitalità , conti pure sulla mia memoria e anche su qualche reperto.
Cordialmente suo
Enzo Buscemi
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